Stalking condominiale: Cos’è e quando si configura
Cosa fare ed a chi rivolgersi
Se ritenete di essere destinatari di atti persecutori all’interno del vostro condominio sappiate che la giurisprudenza ha ormai convalidato l’estensione del reato di atti persecutori (ex 612-bis c.p), c.d. “Stalking” anche ai rapporti tra vicini.
Le statistiche peraltro rilevano che una buona percentuale di ipotesi di atti persecutori si realizza nel condominio.
Non si tratta di un’ipotesi speciale codificata dal legislatore, bensì di una particolare applicazione giurisprudenziale della figura criminosa commessa da colui il quale pone in essere comportamenti molesti e persecutori nei confronti dei vicini di casa, tanto da ingenerare in loro un grave e perdurante stato di ansia, frustrazione e paura per sé o per i propri familiari e da costringerli a cambiare le proprie abitudini di vita.
Dopo l’ingresso nelle aule di giustizia e le prime statuizioni in merito, lo stalking condominiale è stato consacrato con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione, la numero 26878/2016 che ha ribadito che il reato si configura anche quando un soggetto tiene nei confronti dei propri condomini un comportamento esasperante e tale da cagionare il perdurante stato di ansia della vittima (che nel caso di specie aveva iniziato a prendere dei tranquillanti) e costringendola a modificare le proprie abitudini di vita.
Circa il numero di condotte poste in essere dall’agente, la Giurisprudenza ha stabilito, con la sentenza n. 28340/2019 della Suprema Corte, che anche due sole condotte di minacce, molestie o lesioni, pur se commesse in un breve arco di tempo, risultano idonee a costituire la “reiterazione” richiesta dalla norma incriminatrice, non essendo invece necessario che gli atti persecutori si manifestino in una prolungata sequenza temporale.
E’ dunque possibile ricevere tutela, anche in sede penale, se si ritiene di essere destinatari di tali condotte persecutorie ma si consiglia, prima di denunciarle, di rivolgersi ad un avvocato penalista specializzato in materia al quale sottoporre il caso onde verificare se le condotte, la frequenza e le conseguenze subite, possano integrare il reato de quo.
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